Il senatore ex Pd risponde al premier che lo aveva accusato di lasciare il partito ma non la poltrona
Corradino Mineo passa al contrattacco e dice di Matteo Renzi: «So quanto si senta insicuro quando non si muove sul terreno che meglio conosce, quello della politica contingente». Ma non solo. «So — aggiunge infatti il senatore ex Pd — quanto possa sentirsi subalterno a una donna bella e decisa. Fino al punto — rincara — di rimettere in questione il suo stesso ruolo al governo». Nei giorni scorsi l’ex direttore di RaiNews era stato attaccato dal premier che in un’intervista a Bruno Vespa per il suo libro «Donne d’Italia» lo aveva accusato di lasciare il partito ma non la poltrona: «È sempre lì,a spiegare come va il mondo. Al massimo si dimette dal Pd, ma la poltrona non la lascia, per carità. Chi va a raggiungere Landini, Camusso, Vendola, Fassina faccia pure». L’ex direttore di Rainews24 ha così deciso di replicare: «Non mi chiamo Renzi, non frequento Verdini, non sono nato a Rignano. Quanto alla “poltrona”, a differenza forse di qualcun altro, io non ne ho bisogno. Ho lavorato per 40 anni, salendo passo dopo passo il cursus honorum, da giornalista fino a direttore. Probabilmente ho ancora “mercato”. E prosegue: «Non ora, perché ho preso un impegno accettando la candidatura che Bersani mi propose nel 2013, e lo manterrò, quell’impegno, in barba a chi vorrebbe “asfaltare” il dissenso».
<Corriere>