di ev_gi & sa_fe
A Palermo, farsi eleggere al consiglio comunale può essere un vero affare.
Il consiglio comunale del capoluogo siciliano è tra i più costosi d’Italia, secondo soltanto a quello della Capitale. Cinquanta componenti, un tetto da 3260 euro al mese per un massimo di 21 gettoni di presenza ogni trenta giorni (per ogni “comparsata” in consiglio o in commissione i cinquanta consiglieri ricevono, infatti, 156 euro), e un totale di cinque milioni e duecento mila euro all’anno.
Merito anche di una norma che prevede il rimborso per il datore di lavoro del consigliere che si assenta a causa di motivi istituzionali: indennizzo che è chiaramente a carico del comune. Solo che la documentazione delle presenze dei consiglieri comunali del capoluogo siciliano presenterebbe qualche irregolarità.
Così almeno denunciava un esposto recapitato alla Guardia di Finanza: nei giorni scorsi i militari delle fiamme gialle sono dunque arrivati a Palazzo delle Aquile per sequestrare gli atti relativi ai gettoni percepiti dai consiglieri della terza commissione, quella che si occupa della polizia urbana, dell’annona, del cantiere municipale e delle aziende ex municipalizzate. Al momento si parla soltanto di un’acquisizione di atti, per verificare quanto ci sia di vero nell’esposto denuncia.